Prima Porta - Calcinazione

Libro delle 12 Porte di Ripley

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    Prima Porta

    La Calcinazione è la purgazione della nostra Pietra, che così si purifica con il suo stesso caldo naturale, in modo da non perdere niente del suo umore radicale. In primo luogo porterai la nostra Pietra alla solidità naturale. Vi avverto di seguire i Filosofi, e di non lavorare affatto come fanno abitualmente i Sofisti, con zolfo e sale preparati in diversi modi.

    L'operazione chiamata ora calcinazione, ha per oggetto la separazione di una sostanza minerale da una sostanza alata qualsiasi, con il solo effetto del caldo e senza il concorso dell'aria. La calcinazione che considerò Ripley è certamente ambigua. Figlia, dice Batsdorff, di quello che:

    “Da questa unione del maschio e della femmina, della stessa natura e della stessa specie (perché per la generazione di ogni cosa è necessario accertarsi del suo simile), segue l'ingrossation, o sublimazione degli elementi leggeri; in modo che questa terra nera, per le continue circolazioni che avvengono nell'uovo, ricada sempre sul corpo morto, chiamato dai Saggi: il corpo, la terra, il fisso ed il fermento;mentre la parte che si eleva, che è la parte spirituale e più sottile, l'hanno chiamata la parta alata che ricadendo fa da sola l'imbibitions (umidificazioni) e le calcinazioni necessarie e più continua ad alzarsi e più si sottilizza e carbonizza questo corpo. Questa calcinazione è la purgazione della Pietra, il vero segno della calcinazione perfetta, è il congelamento del mercurio. Il congelamento è un fissaggio degli spiriti. La Terra da nera ed immonda che era, diventa pulita, purgata, purificata ed insaponata, diventando bianca; ecco perchè i maestri dell'arte gli hanno dato i nomi di clistere, purgazioni, purificazioni, insaponamento ed abluzioni. In principio sembrava acqua, perché il mercurio è acqua; ma quando questa acqua è spessa e si vede il nero, vuol dire che appare la terra nera.”

    Come avrete visto questa calcinazione è molto singolare. Non si tratta di carbonizzare delle materie all'inizio dell'opera, ma di realizzare la calcinazione per la quale lo Zolfo così réincrude, fa rinascere la fenice dalle sue ceneri.

    Perché nasce per corrodere, per fare fuoco, per fare aceto o acque ardenti, se nasce con il vapore del piombo tu non farai mai niente. Così chiunque studia come carbonizzarla, deve ritirarsi coraggiosamente da questa Scienza, finché non comprenderà meglio la nostra Calcinazione. Pernety nell'articolo sulla calcinazione del Dizionario mytho-ermetico ha scritto:

    «Purificazione e nebulizzazione dei corpi per mezzo del fuoco esterno che non separa le parti dividendole o facendo evaporare l'umido che le unisce facendone un corpo solido. I Filosofi Spagirici a volte si servono indifferentemente del termine di calcinazione, corruzione, e putrefazione, per significare la stessa cosa. Tuttavia essi intendono più spesso la calcinazione, l'operazione che segue è quella della rubificazione della pietra. Questo è ancora un'altra calcinazione propriamente detta, come viene comunemente intesa nella preparazione della materia. È una purificazione o mondificazione di questa stessa materia che alcuni chiamano rettifica, altri abluzione, altri separazione.

    La calcinazione filosofica si fa col fuoco umido, o acqua pontica dei Saggi che riduce i corpi ai loro primi principi, senza distruggere le loro virtù seminali e germinative; invece la calcinazione fatta col fuoco volgare, distrugge i semi dei corpi, questo gli ha fatto dare il nome di Tiranno della Natura.

    È una delle due calcinazioni volgari; una avviene a fuoco aperto, come quella della cenere; e l'altra si fa nei vasi chiusi. Nella Prima, le parti solforose alate volano via in parte, privando il sale di una forza e di una virtù, che conserva nella seconda specie di calcinazione. Tutti i Sali quando si cristallizzano ed attirano le ceneri, conservano la loro proprietà. Così questa seconda calcinazione, che non è come l'altra, si può accertare solamente con l'evaporazione dell'umidità spinta dal secco. Questi sono diversi tipi di calcinazioni, una chiamata secca, l'altra umida, una è corrosiva, l'altra non lo è. Le calcinazioni umide sono vaporose o ad immersione.

    Le vaporose si fanno esponendo dei corpi metallici o altri corpi al fumo o alle esalazioni di qualche materia. Ad immersione si fanno immergendo il corpo che si vuole carbonizzare nei liquori corrosivi, come acquaforte o spiritus ardens.

    Le calcinazioni secche sono quelle che in realtà si chiamano Cémentations (vedere l'articolo).

    Si chiama spesso calcinazione secca, quella che si fa col fuoco come quella che si fa con la calce per costruire, dalla soda, dai sali che impallidiscono nei crogioli, dalle ceneri che vengono dal bosco bruciato o da altre materie.

    In queste calcinazioni secche, si distinguono ancora quelle che si fanno a fuoco aperto, a fuoco chiuso e a fuoco di lampione. Vedere Fuoco Riverbero.

    Talvolta carbonizzare la materia, vuol dire imbiancarla e purgarla dalle sue impurità con l'Arte, il fuoco filosofico è con l'azoth. Il segno della calcinazione rifinita è il biancore.»

    Questa ultima definizione a noi sembra più appropriata: la materia deve essere carbonizzata, vale a dire imbiancata, con il fuoco e l'Azoth. Notate bene che Ripley è alquanto misterioso, perché, in un modo o nell'altro, i corrosivi sono richiesti nell'opera; il vino e l'aceto sono in particolare indispensabili nella via umida; non parliamo dell'acqua molto secca che sostiene il ruolo di oggetto nella via secca e di soggetto nella via umida.

    Perché con tali frivole falsificazioni, i corpi vengono distrutti, diminuendo così l'umidità della nostra Pietra. Bisogna sapere, che quando i corpi vengono bruciati, riducendosi in polvere come la cenere, o come delle ossa bruciate, la calce non ci serve più, ma moltiplichiamo l'umido radicale nella nostra Calcinazione, senza diminuire niente. Con questo mezzo la nostra Pietra si carbonizza.

    Per la nostra calcinazione è fondamentale ricordarci che dobbiamo lavorare solamente di specie con specie, perché solo così facciamo un lavoro omogeneo. Chi non conosce questa massima non conosce questa Scienza, non potrà dunque comprendere le nostre parole.

    Facciamo una calce untuosa, bianca e rossa, prima di congiungere specie con specie, perché ogni specie risponde al suo seme. L'uomo genera l'uomo e la bestia un'altra bestia. Stai attento ad una cosa, se vuoi ottenere il nostro Segreto che è quello della coagulazione di ogni tipo di Spirito con la calce del suo genere. Se farai tua questa lezione, avrai grande profitto nella nostra Scienza.

    Adesso occorre che la nostra Massa sia perfettamente fusibile, dopo essere stata estratta dalla nostra Calce untuosa, non servirebbe a niente differenziarla. Ma questo arriva solamente dopo lungo tempo, come i Profeti stessi ci hanno tramandato. Infatti impieghiamo un anno, poiché in minor tempo la nostra Calce non può essere pronta per la fusione con un colore che non svanisca. In quanto alla perfezione, occorre essere molto attenti, poiché parecchi si sono sbagliati. Sii dunque accorto affinché la tua opera non vada in rovina, fai quindi in modo che i Corpi vengano finemente lavati prima di unirli, usando le stesse proporzioni, col Mercurio. Devi prendere una parte di Sole e due di Luna, finché tutto sia ridotto come se bollisse.

    Perché nello stesso tempo è questo carattere filante, fluido e fluente del Mercurio, di cui la cozione avvenuta per molto tempo và a determinare la Pietra. Occorre tutto un anno, ci dicono molti testi, questo è raccontato nella parola che significa oggetto circolare dalla forma di anello tipo coppa. Di questa coppa ce ne parla Pernety:

    «...che Giunone presentò a Thétis, il vascello di Giasone, la palude di Lerne, il cesto di Erichthonius; il cofanetto nel quale fu chiuso Tennis Triodite con sua sorella Hémithée; la camera di Léda; le uova da dove Castore, Polluce, Clytemnestre ed Elena nacquero; la città di Troia; la caverna dei mostri; i vasi da cui Vulcano fece nascere Giove. Il cofanetto che diede ad Achille, nel quale mise le ossa di Patroclo e quelle del suo amico. La coppa con cui Ercole passò il mare per andare a togliere i buoi di Gérion. La caverna del monte Hélicon che serviva da casa alle Muse ed al Febo Il letto dove Venere fu trovata con Marte; la pelle nel quale fu generato; il clepsydre o corno di Amanthée. Finalmente l'egiziano non sentiva altro per i loro pozzi, i loro sepolcri, le loro urne, i loro mausolei a forma di piramide.»

    Senza dubbio si intende che questo anno compiuto non designa altro che il vaso di natura.

    Allora del tuo Mercurio ne unirai quattro parti col Sole e due con la Luna. Comincerai così la tua opera, similmente alla trinità, vale a dire con tre parti di altrettanto spirito, e con l'unità della sostanza spirituale, metterai una parte in più di spirito della sostanza corporale.

    Secondo il parere di Raymond Lulle, è la vera proporzione, la quale mi è stata mostrata una volta dal mio maestro. Ma Roger Bacon prese tre parti di spirito ed una di Corpo, per poterlo vedere sono stato sveglio parecchie notti. Sia l'uno che l'altro sistema vanno bene usa quello che più desideri.

    Fulcanelli oppone il peso dell'arte al peso di natura, essendo quest'ultimo, per definizione, sconosciuto all'artista. Philalèthe si è espresso così sull'argomento:

    «Per dissipare la difficoltà, segui attentamente quanto ti dico: prendi quattro parti del nostro Drago igneo che nasconde nel suo ventre l'acciaio magico e nove parti della nostra Calamita».

    Come possiamo ben vedere le proporzioni sono molto diverse da un autore all'altro. Tuttavia, per quanto riporta la letteratura, è possibile dire che la quantità di Zolfo rosso deve essere più debole di quella di Zolfo bianco: il “coito ermetico” ha questo in comune con l'accoppiamento di certi animali perché la femmina è molto più voluminosa del maschio, per esempio lui non sfuggirà ai ragni.

    Se la tua Acqua è proporzionalmente simile a quella della terra, con un caldo moderato, ne estrarrà un nuovo germe, più bianco che rosso, di pura Tintura che resisterà al fuoco, finché il vivo ravvivi il morto. Fai dalla Trinità l'Unità, senza discussione né divisione.

    Questa è certamente una buona proporzione, perché ci sarà una parte spirituale, così sarà più facile fare la dissoluzione; piuttosto che una così grande abbondanza di acqua annegherai la Terra che è ciò che rovina tutta l'opera. Di conseguenza stai attento al Luto dei vasai, per non farne mai il ventre troppo liquido.

    Guarda come si luta: questa è la pasta dalla quale fanno i loro vasi, che sono temperati, ed il modo di come si servono per carbonizzarlo. Ricorda sempre che la Terra non deve soffocare mai dall'acqua. Asciuga la tua umidità con un caldo molto temperato aiuta la tua fusione con l'umidità della Luna ed il tuo Congelamento col Sole, ed avrai fatto. Dom Pernety scrive:

    “I Filosofi Ermetici hanno sempre parlato di questa materia e delle operazioni dell'arte in termini allegorici ed enigmatici. Lo Zolfo ed il Sale come i due principi che costituiscono questa materia, sono stati chiamati, il primo, Re, Maschio, Leone, Rospo, Fuoco di natura, Grasso del Sole, Il corpo del Sole, Luto dei filosofi o Sapere, Il Sigillo di Ermes, Il Letame e la Terra dei Filosofi, Olio incombustibile, Mercurio rosso ed un'infinità di altri nomi stessi delle differenti lingue che tutto significano tuttavia o qualche materia fissa, coagulando glutinosa; perché attribuiscono allo Zolfo, la forma, il caldo innato, lo Sperma, l'anima, l'odore, il colore, il gusto, la fissità, e tutto ciò che è capace di causare la coesione delle parti dei corpi”.

    Gli alchimisti hanno velato tante volte questa operazione complessa della “siccità e dell'umidità” sotto il nome di salamandra. Fulcanelli ha dedicato uno dei capitoli delle sue Case Filosofali a questo favoloso animale: la Salamandra di Lisieux. Cyliani così ce ne parla:

    «Nelle imbibizioni, che seguono con olio aureo, la materia diventa sempre più rossa, poi purpurea, ed infine rosso bruno, questo forma la salamandra dei saggi che non può più essere attaccata».

    Abbiamo notato che è sempre dello Zolfo rosso o piuttosto della materia che costituisce la Pietra che si tratta. In questa fase della terza opera di cui ha parlato Cyrano di Bergerac, nel combattimento che oppone la salamandra alla remora, la quale rappresenta con questa allegoria la coagulazione progressiva dell'acqua mercuriale. Esprit Gobineau de Montluisan, rievoca esattamente la stessa scena:

    “Nel pilastro che c'è nel mezzo, il quale divide le due porte di questo Portale, vediamo ancora la figura di un Vescovo che mette il suo Calcagno nella bocca di un drago che si trova sotto i suoi piedi, e che sembra uscire da un mare mosso, dove le onde ornano la testa di un Re, che porta una triplice Corona e sembra annegare nelle onde, per poi uscirne. Questo vescovo poi rappresenta il saggio Artista Chimico che ha fatto congelare con la sua arte la sostanza alata del drago mercuriale che vuole lanciarsi ed uscire dal vaso che lo contiene sotto forma di acqua ondeggiante, vale a dire, che è eccitato a questo movimento interno da un dolce caldo esterno. Questo Re incoronato è lo Zolfo di natura che avviene con l'unione fisica ed eccentrica delle tre sostanze omogenee ma separate dall'artista dalla prima materia Cattolica, le quali tre sostanze sono lo spirito etereo mercuriale, il sale solforoso, o nitroso, ed il sale alkali o fisso, che conserva il suo nome di sale tra i tre principi principianti ed i tre principi principiati. Questi tre principi erano contenuti nel caos umido nel quale Re è annegato, e sembra chiedere soccorso che non ottiene dall'artista alchimico, il quale dopo essersi sciolto nel solvente della sua stessa sostanza che gli è simile, dopodichè meriterà di essere soddisfatto del suo desiderio, questo vuol dire che dopo essere stato inghiottito, e fa acqua con la sua acqua egli si congela per il suo caldo interno, eccitato dal suo sale, o dalla sua stessa terra; con questa semplice operazione, naturale, e senza mescolanza, si fa il Magistèro dei Saggi che non è altro che la dissoluzione del corpo e la coagulazione dello spirito, dopo aver messo nell'uovo cristallino il peso adatto di una e dell'altra sostanza che sono Tre ed Una; perché tutto il lavoro dell'Opera consiste nel salire e successivamente scendere, che si chiama ascensione e discesa, finché di quattro qualità elementali e contrarie, omogeneizzate, si facciano tre principi costitutivi ed ordinatori; che dai tre si faccia apparire il fuoco e l'acqua, il secco e l'umido che questi due diventino benissimo un solo sale pietrificato che contiene tutto; il Cielo e la terra, depurazione e cottura degli eterogenei ”.

    Questo passaggio meritava di essere citato interamente perché riassume mirabilmente la quasi totalità della terza opera. La pedata dell'évèque rappresenta il moderatore del fuoco, vale a dire il legame del mercurio che realizza il carattere permanente dell'acqua mercuriale, qualità chiesta per assicurare la coagulazione molto lenta del solvente. Il Re è il dell'opera, futura Pietra.

    In quanto al drago, è simile alla figura a guardia dei pomi d'oro del Giardino delle Esperidi.

    Queste ascensioni e le seguenti discese rappresentano lo spirito universale che si muove nel cielo firmamentale, immagine dell'acqua mercuriale nell'epoca della putrefazione, sulla quale si è soffermato Filalete. Sabine Stuart ha descritto il procedimento che permette di ricevere questo Spirito universale:

    “...Dopo avere riconosciuto la materia della pietra, pestatela bene in un mortaio per facilitarne la calcinazione. Potete, senza timore, calcinarla al fornello di riverbero o in un forno di vetraio, perché la materia della pietra è come la salamandra che non teme il fuoco. Poi lavandolo, traete il sale fisso dalla calce, poi lasciate bollire il bucato finché non si dimezza, riempite il vaso facendo lo stesso lavoro, poi fate bollire ancora fino alla riduzione per metà. Bisogna ripetere questa operazione di calcinazione e di lavaggio, suppongo, fino ad otto volte. Mettete ogni volta da parte i cristalli formati dal raffreddamento, che sono il sale sciolto solamente nell'acqua o vetriolo. Infine ri-calcinate le parti fisse che si depositano nel vaso.

    Sabine Stuart, descrive qui due diverse operazioni: la preparazione dello Zolfo bianco, e quella di uno dei componenti del fuoco segreto: l'olio di tartaro. Lasciamo al lettore la cura di completare lo studio di questo punto speciale rinviandolo al Vetriolo di Tripied, un testo assolutamente ammirevole. Egli si è riferito in definitiva ai due inizi, che danno l'accesso al combattimento dell'aquila e del leone (versione Philalèthe), o del gallo e della volpe (versione B. Valentin), o della remora e della salamandra (versione di Cyrano de Bergerac); queste allegorie esprimono tutto, ed è ciò che fa parte di una della difficoltà di decriptaggio. Uno stato di equilibrio instabile tra una sostanza che si libera ed allo stesso tempo si volatilizza. Ma questa volatilizzazione ha qualcosa di considerevole che non ci convince. Non si può pensare ad un'evaporazione, ma ad una ri-dissoluzione.

    In questo modo tu convertirai le quattro nature nella quinta, la quale è perfetta ed è la più temperata di tutte. Ma è cosa difficile, resistere a piedi nudi contro lo sperone di ferro o di acciaio, come molti fanno quando intraprendono delle così grandi cose che non possono comprendere.

    Questo è quello che credo troverete nel sangue, con l'uovo ed il vetriolo. Se avete ben inteso quello che c'è in questa Filosofia non sareste così ciechi da cercare l'oro o l'argento fuori dalla loro specie: perché come il fuoco è l'inizio del Fuoco, così l'oro si inizia a fare dall'oro. Se dunque vuoi fare oro o argento dalla Filosofia, non prendere in considerazione né uova, né sangue, ma Oro ed Argento che tu calcinerai naturalmente e prudentemente, ed allora produrranno nuova generazione dal loro genere; che aumenteranno, come fanno naturalmente.

    Sebbene fosse vero che ci possa essere qualche profitto a lavorare sulle materie che non sono metalliche a che si trovano nei colori più piacevoli, come nel sangue, nell'uovo, nell'urina, nel vino ed in mezzo ai minerali estratti dalle minerarie; occorre prima che gli elementi marciscano, separati, ed uniti in matrimonio, con gli elementi dei corpi perfetti, cosa che non è possibile.

    Prima farai ruotare gli elementi, convertirai prima di tutto la Terra in Acqua, dopo farai dalla tua Acqua l'Aria, per levigazione, e la tua Aria la ridurrai in Fuoco, allora sarai maestro di tutto il nostro Magistero, sia grande che piccolo, perché avrai già girato la ruota degli elementi, se avrai compreso bene il senso dei nostri scritti. [La rotazione degli Elementi è rappresentata da una delle due ruote che si vede su uno dei quadri lapidari di Notre-Dame di Parigi.

    Questo fatto riporta indietro la ruota e converte il tuo fuoco in Aria, l'aria nell'acqua e l'acqua nella Terra lavorerà diversamente invano. Ma così condurrai la nostra Pietra alla temperatura desiderata, quando da quattro nature contrarie ne otterrai una composta. Dopo che queste nature saranno passate per tre volte nella tua base o Massa verranno perfettamente consumate.

    Questo è perché sotto l'umidità della Luna, e sotto il caldo temperato del Sole, i tuoi Elementi vengono ridotti presto in cenere, allora avrai ottenuto tutto il Magistero. Rendi grazie a Dio di questo, poiché la tua opera è iniziata, perché in questo avrai il vero segno che ti appare nell'infamia che è chiamata la testa o il becco del Corvo. Altri la chiamano cenere dell'albero di Ermes, altri lo chiamano il rospo che si ubriaca della Terra; finché sia incarcerato, mortificato ed imputridito dal veleno. Ci sono sicuramente un'infinità di nomi, perché a secondo di chi la denomina prende un nome, finché comincia a diventare bianca e lucida, ed allora assume nomi meglio definiti. Gli si dedicano vari nomi a secondo che sia bianca o rossa.

    È il percorso della terza opera, soprattutto della fase di putrefazione. La Luna ed il Sole non hanno il significato dato abitualmente ai due Zolfi. La Luna è considerata qui come geroglifico di una parte del solvente, Diana ed il Sole in quanto Apollo, allo stesso tempo fratello e marito. Pernety ci dice nelle sue Favole:

    “La putrefazione, in un modo o nell'altro, è la chiave di tutte le operazioni, sebbene in realtà non sia anteriore. Scopriamo l'interno della mescolanza: è l'attrezzo che rompe i legami delle parti; è, come i Filosofi dicono, il manifesto occulto. È l'inizio del cambiamento delle forme, la morte degli accidentali, il primo io passa alla generazione, l'inizio ed il termine della vita, il mezzo tra il non essere e l'essere. Il Filosofo vuole che si faccia, quando il corpo si scompone per una risoluzione naturale è sottomesso all'azione della putrefazione per via del caldo. La prima è la nera, chiamata testa di corvo e con molti altri nomi che abbiamo riportato nell'articolo intitolato Chiave dell'opera”.

    Una quantità di nomi è stata utilizzata dai Filosofi per qualificare questa fase critica dell'opera:

    “L'infamia è il vero segno di una soluzione perfetta. Allora la materia si libera in polvere più minuta, per così dire, degli atomi che volteggiano nei raggi del sole. Questi atomi si tramutano in acqua permanente. I Filosofi hanno dato a questa fusione i nomi di morte, distruzione e perdizione, inferno, tartaro, tenebre, notte, giacca tenebrosa, sepolcro, acqua velenosa, carbone, letame, terra nera, velo nero, terra solforosa, malinconia, magnesia nera, fango, mestrui che odorano, fumo, nero di fumo, fuoco velenoso, moltitudine, piombo, piombo nero, Piombo dei Filosofi, Saturno, polvere nera, cosa disprezzabile, cosa meschina, sigillo di Ermes, spirito puzzolente, spirito sublimato, sole eclissato o eclissi di sole e della luna, fieno di cavallo, corruzione, scorza nera, schiuma del mare, coperta del vaso, capitelli dell'alambicco, nafta, immondizia del morto, cadavere, olio di Saturno, nero più nero del nero stesso. Finalmente l'hanno designato per tutti i nomi che possono esprimere o hanno designato la corruzione, la fusione e l'infamia. Questo è lei che ha fornito ai Filosofi la materia a molte allegorie sulle morti ed i sepolcri. Alcuni l'hanno chiamato anche calcinazione, denudazione, separazione, triturazione, sublimare a causa della riduzione delle materie in polvere molto minuta. Altri ancora: riduzione in materia prima, ammorbidimento, estrazione, commistione, liquefazione, conversione degli elementi, divisione, umidificazione, miscelazione e distillazione. Quando il caldo agisce su queste materie, esse si trasmutano subito in polvere ed acqua grassa e vischiosa che si trasforma in vapore, sale poi verso la parte alta del vaso e ridiscende sotto forma di rugiada o pioggia, infine si deposita nella parte bassa del vaso [Artephius], dove diventa pressappoco come un brodo nero ed un poco grasso. Ecco perché è chiamato sublimazione, volatilizzazione, ascensione e discesa. L'acqua poi si coagula, diventa come la pece nera, questo le fa prendere il nome di: terra fetida e puzzolente. Essa manda un odore puzzolente come quello dei sepolcri e dei cadaveri. Ermes l'ha chiamata la terra fogliata.”

    Ma è Flamel che ha denominato esattamente questa materia:

    “Ma il suo vero nome dice Flamel, è rame o laton, che bisogna imbiancare”.

    Adesso sei entrato nella prima Porta dell'opera dei Filosofi, nella quale abiti; avanza prudentemente per poter entrare nelle altre, ora viene la Seconda.

    (tratto da
    www.esonet.it/News-file-article-sid-820.html )
     
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